Riprendiamo dall’ultimo articolo la questione sulla scelta tra sRGB e ProPhoto. Dovevamo chiarire gli ultimi due punti a riguardo della stampa e dell’uso del monitor.
2 – La stampa
“…il profilo ProPhoto è inutile in quanto sRGB contiene già tutti i colori sufficienti per la stampa …”
L’ affermazione citata nel precedente articolo al punto 2, è assolutamente equivoca. Se, da un lato pratico, in qualche caso è vera nel senso che le immagini stampate da sRGB non sono da buttare e possono meglio adattarsi a certi flussi di stampa; da un punto di vista tecnico si può dire che certamente non è così.
Come abbiamo ricordato nel precedente articolo, tutto dipende dai colori che sono contenuti nell’immagine stessa. Quindi se per certe immagini può andare benissimo sRGB per altre è indispensabile usare spazi più ampi come Adobe RGB98 o, meglio ancora, ProPhoto RGB.
Cerchiamo di spiegare perché. Il gamut di una stampante, descritto nel profilo ICC che le appartiene, rappresenta la quantità di colori che essa può rappresentare e non è detto che questi colori siano presenti nell’immagine. Abbiamo visto che se i colori dell’immagine sono contenuti in sRGB scegliere questo spazio di colore o uno più ampio non cambia in termini di precisione.
Ma se i colori dell’immagine eccedono sRGB (spesso la normalità) e la stampante potrebbe riprodurli, convertirli in sRGB per la stampa non è una buona idea. Bisogna quindi vedere se le varie tecnologie di stampa consentono di riprodurre colori al di fuori di sRGB. Ciò significherebbe che la scelta si sRGB per la stampa non è la migliore se vogliamo sfruttare l’intero gamut della stampante e mantenere gli eventuali colori fotografati.
Vediamo quindi ad esempio, alcuni confronti tra il profilo sRGB (sempre in verde) ed alcune stampanti (sempre nei colori reali)
A- sRGB vs FOGRA39 macchina da stampa offset
In questo confronto si vede che sRGB non contiene il giallo pieno e molti azzurri e blu chiari
B- sRGB vs stampatrice chimica (Durst Lambda su Fuji Duratrans)
In questo confronto si vede che sRGB non contiene numerosi gialli pieni e chiari, parecchi azzurri e blu e anche le tinte magenta
C- sRGB vs stampante inkjet (Epson SP4900)
In questo confronto si vede che sRGB non contiene moltissimi colori che la stampante può riprodurre, praticamente tutte le tinte con la massima saturazione
D- sRGB vs Japan Standard Newspaper (carta da quotidiano standard Giappone)
In questo confronto ho trovato un profilo di una macchina da stampa i cui colori sono tutti rappresentabili in sRGB. Ho cercato tra tutti i profili da me creati uno abbastanza piccolo per questo confronto ma non ne ho trovati, nemmeno tra quelli più scarsi. L’unico profilo standard che soddisfa queste caratteristiche è quello della carta di un quotidiano secondo uno standard di stampa giapponese.
Anche nel caso della stampa, a meno che non sia rivolta ad un quotidiano, lo spazio di colore sRGB è insufficiente per poter sfruttare a pieno il gamut di una stampante. Quindi non è la scelta più opportuna
Se volete continuare sull’argomento vi invito a leggere questo articolo di Mauro Boscarol.
Il terzo e ultimo punto su cui vorrei chiarire il mio punto di vista è quello relativo al profilo del monitor e all’importanza o meno che viene dato a quest’ultimo per la scelta tra sRGB o ProPhoto.
3 – Il monitor
“…il profilo ProPhoto non serve perché il monitor non lo può rappresentare, quindi se i colori non li puoi controllare a monitor non servono a nulla …”
Cosa c’entra il profilo del monitor nella scelta tra sRGB o ProPhoto? Perché dovrei ridurre i colori della mia immagine a quelli rappresentabili solo dal mio monitor?
Se una parte di questa affermazione è giustissima (il monitor non può rappresentare i colori contenuti in ProPhoto) il resto non ha nulla a che fare con la scelta di uno spazio di lavoro!
Il monitor è un dispositivo a se che viene rappresentato da un profilo di colore, deve essere calibrato periodicamente e il suo profilo viene installato a livello di sistema operativo. Selezionare il profilo del monitor nelle impostazioni di colore di Photoshop, ad esempio, è un errore perché disattiva la gestione del colore in modalità RGB e assegna lo spazio di lavoro ignorando il profilo corretto incorporato nel documento. Questa scelta deriva spesso dalla strampalata frase citata sopra: “se non posso vedere i colori reali della mia immagine perché non sono riproducibili dal mio monitor allora li comprimo tutti nello spazio del monitor stesso.”
Si consideri che i migliori monitor sul mercato coprono l’intero spazio di colore Adobe RGB98, quindi molto di più di sRGB, ma in certi colori le stampanti sono ancora superiori come si vede nel prossimo video. Quindi anche Adobe RGB98 spesso risulta insufficiente come spazio ottimale per la stampa, figuriamoci sRGB.
Il video mostra in rosso Adobe RGB98 e con i colori reali il profilo di una stampante Epson 9900 su carta Hahnemühle Photo Rag Baryta.
Concludendo vi descrivo il mio workflow basato su ProPhoto, senza pretesa che sia perfetto ma, per esperienza personale, il flusso di lavoro basato su ProPhoto non è ne pericoloso ne, tanto meno, poco preciso, anzi.
Personalmente uso Lightroom come gestore dei file raw e, quando devo passare l’immagine in Photoshop, sono solito farlo in Tiff con profilo ICC ProPhoto e a 16 bit.
Dopo l’editing necessario all’immagine in Photoshop la salvo e me la ritrovo in Lightroom, sempre a 16 bit in ProPhoto, da dove, se necessario, la stampo direttamemte. Se, invece, la devo pubblicare su Web, la esporto in Jpeg convertendola in sRGB.